Concerto di Alberto Bertolotti e Matteo Riboldi – 13 luglio 2018

Concerto di Alberto Bertolotti e Matteo Riboldi – 13 luglio 2018

Concerti d'organo 2018 - Alberto Bertolotti Concerti d'organo 2018 - Matteo Riboldi

venerdì 13 luglio, ore 21
NOVI LIGURE, Oratorio della Maddalena
ALBERTO BERTOLOTTI, strumenti a sacco (piva, zampogne) e a fiato (flauto)
MATTEO RIBOLDI, organo

La Stagione internazionale di concerti sugli organi storici della provincia di Alessandria negli anni è riuscita a proporre l’organo in accostamenti assai poco convenzionali (basti pensare al concerto tenuto lo scorso anno da Gianni Coscia, fisarmonica e Letizia Romiti all’organo “Savina” di Oviglio) , ma venerdì 13 luglio alle ore 21 nell’Oratorio della Maddalena a Novi Ligure si potrà ascoltare un abbinamento del tutto inedito, forse per la prima volta in tutto il Piemonte.

ALBERTO BERTOLOTTI, grande virtuoso di strumenti a sacco (piva, zampogne) e a fiato (flauto) e MATTEO RIBOLDI, organista titolare dei due famosi e prestigiosissimi strumenti del Duomo di Monza, daranno vita ad un programma che unirà musiche di raro ascolto a contaminazioni con la musica popolare. Non mancherà insomma la cultura, ma sarà assicurato pure un genuino divertimento.

Vale la pena di dare una breve illustrazione delle caratteristiche degli strumenti impiegati. Lo stesso maestro Bertolotti dice:

” Il nostro intento è quello di creare una commistione non solo tra stili musicali diversi, ma tra tradizioni, repertori e strumenti musicali appartenenti a contesti storico-culturali e geografici eterogenei.
I nostri concerti vogliono offrire all’ascoltatore l’opportunità di intraprendere un viaggio emozionale in paesaggi sonori evocativi, attraverso la rivisitazione di antichi repertori e melodie tradizionali.
Molti degli strumenti musicali da noi impiegati provengono da particolari tradizioni popolari: la zampogna “a chiave” molisana (tradizionale e da concerto), la zampogna “gigante” della Ciociaria, la “piva emiliana” (cornamusa con origini risalenti all’Appennino emiliano) e la fisarmonica.
Il significato di questi strumenti e dei loro repertori ha origini e valenze magico-rituali (in quanto propiziatori e simbolo di prosperità). La loro pratica, e quella delle corrispettive musiche, scandiva i principali momenti che, nell’arco dell’anno, accompagnavano la vita rurale delle persone appartenenti ad un certo contesto culturale e territoriale (il carnevale – legato al sopraggiungere della primavera quindi alla rinascita della terra, la messe del grano, il periodo natalizio, i matrimoni, le sagre di paese). A ciò si aggiunge l’uso di alcune danze (da noi eseguite strumentalmente) che ha assunto, sin dalle origine, un forte valore sociale e curativo: basti pensare con ciò alla iatromusica legata ad alcune danze pugliesi come la tarantella e la pizzica (in questi casi la musica e la danza diventavano strumento di guarigione per chi veniva morso dalla tarantola).
Tutti questi, ed altri aspetti, verranno condivisi con il pubblico all’interno del concerto, per offrire così l’opportunità di riscoprire antiche tradizioni che appartengono al vissuto di ciascuno!

Non occorre però dimenticare l’unione di questi strumenti all’organo liturgico, unione che diventa appartenenza ad una stessa famiglia quella appunto degli aerofoni a sacco, da cui il nome del nostro duo ASCAULAE.”

Presentazione duo:
Il nome ascaules (plurale: ascaulae) proviene dall’antica Grecia: ascos sta per sacco e aulos per canna ad ancia.
Le due parole si ricollegano agli strumenti musicali muniti di un otre, appartenenti alla categoria degli aerofoni a sacco. Si tratta di strumenti a fiato muniti di ance, con una o più canne sonore alimentate attraverso l’aria contenuta in un otre riempito dal suonatore.
Ecco spiegata la relazione parentale esistente tra gli strumenti che proponiamo nei nostri concerti: organo, cornamuse varie (tra cui la zampogna), fisarmonica, flauti. Quello che infatti potrebbe essere un accostamento insolito tra strumenti musicali appartenenti ad ambiti diversi tra loro (liturgico/colto – popolare/tradizionale) dimostra una comune origine storica ed organologica. Così come le cornamuse sono dotate di un otre che si riempie di aria per far suonare le canne melodiche, allo stesso modo gli organi sono dotati di un mantice che svolge la stessa funzione e permette alle canne sonore dello strumento di produrre suoni.
Il nostro concerto sarà quindi un viaggio musicale nel tempo che partirà dal Medioevo per proseguire con alcuni brani del repertorio rinascimentale, barocco e perfino contemporaneo, accompagnando l’ascoltatore alla scoperta di sonorità insolite ed accostamenti timbrici che avranno come denominatore comune gli aerofoni a sacco.
Dopo un’ Improvvisazione di apertura, affidata alla zampogna, si potranno ascoltare brani di Tielman Susato (Bassa danza e Rondeau) che risalgono al Cinquecento, come quelli di Pierre Phalèse (Pavane Ferrarese) ed altri mutuati dal repertorio tradizionale. Del XVI secolo anche la “Canzon Ariosa” di Andrea Gabrieli . Il programma proseguirà spaziando poi dal Medioevo al primo Ottocento con un adattamento del celebre brano di Padre Davide da Bergamo “L’arrivo dei pastori al presepio e loro partenza dal medesimo suonando la zampogna ”

Programma
Improvvisazione di apertura (z)
Tielman Susato (1500 – 1564)
Bassa danza (o, z)
Rondeau (z, p)

dal “Libre Vermell”
Stella Splendens (pe, o)

Domenico Zipoli
(1688 – 1726)
Quattro versi e Canzona (o)

Pierre Phalèse (1510 – 1573)
Pavane Ferrarese
Gigo occitano (trad.)
Aurore sand (fd, o, pe)

Andrea Gabrieli (1510 – 1586)
Canzon Ariosa (o)

Anonimo
Pastorale tradizionale siciliana (zg)

Baldassarre Galuppi (1706 – 1785)
Sonata in Re
Andante, Allegro, Largo, Allegro e spiritoso

Anonimo medievale
Trotto

Giorgio Mainerio (1535 – 1582)
Ballo anglese (fd, o, z)

Alfonso X el Sabio
Santa Maria strela do dia (fd, o)
Volturno (z da concerto)

Padre Davide da Bergamo (1791 – 1863)
L’arrivo dei pastori al presepio e loro partenza dal medesimo suonando la zampogna (z tradizionale a 5 canne, o)

Anonimo dalla corte di Ferrante D’Aragona
Dime roba dora que te merecì (z, o)

Duca di Calabria (XVI secolo)

Anonimo medievale
Danse Royales
Ductia
Palästinalied (pe, fd, o)

ALBERTO BERTOLOTTI
Alberto Bertolotti si è diplomato in tromba presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano nella classe del M° Giuseppe Bodanza, prima tromba solista del “Teatro alla Scala” di Milano.
Ha collaborato con le seguenti formazioni orchestrali:
Orchestra “Giuseppe Verdi”, Orchestra “Guido Cantelli”, “Tactus Ensemble”, “Orchestra Milano Classica”, Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, Orchestra del “Teatro alla Scala” (compagini orchestrali milanesi), Orchestra del “Teatro San Carlo” (di Napoli), Orchestra Sinfonica Marchigiana.
Ha vinto il concorso come prima tromba nell’Orchestra del Teatro di Savona.
Nel 2001 fonda l’Orchestra da Camera “Ticinensis” di cui è stato direttore e con la quale si è dedicato allo studio di brani attinti dal repertorio musicale barocco.
Sempre dal 2001 si dedica allo studio di alcuni strumenti e repertori musicali popolari: in particolare della “zampogna a chiave molisana”. La passione per questo strumento nasce dall’incontro con un gruppo di suonatori erranti di nome “I Pedra”, residenti a Miradolo Terme (Pv) e grazie a loro partecipa ad alcune edizioni del festival internazionale della zampogna tenuto a Scapoli (Is). Dopo essersi dedicato per un anno allo studio della zampogna tradizionale, incontra Piero Ricci di Isernia (musicista eclettico considerato come il fuoriclasse della zampogna, esibitosi al Teatro alla Scala di Milano sotto la direzione del maestro Riccardo Muti) dal quale si fa costruire uno strumento particolare definito “zampogna da concerto” in quanto munita di un impianto armonico decisamente superiore allo strumento tradizionale, con la quale si è esibito in diversi concerti in collaborazione con formazioni strumentali (I Pedra), corali (coro polifonico di Santa Giuletta / Musica Laudantes di Cesano Boscone) ed orchestrali (Orchestra dell’Università di Pavia “Camerata de’ Bardi”).

MATTEO RIBOLDI
Si è diplomato presso il Conservatorio di Milano in Organo e Composizione Organistica nella classe di E. Frick Galliera (a pieni voti) ed in Pianoforte sotto la guida di P. Bordoni (col massimo dei voti e lode). Si è poi perfezionato in Organo Barocco con L. Ghielmi ed ha seguito, presso la Civica Scuola di Musica di Milano – Sezione Musica Antica -, il corso di Musica da Camera tenuto da L. Ghielmi e quello di Basso Continuo con E. Bellotti. Ha fatto parte, come allievo e nella stessa scuola, della classe di Clavicembalo di L. Alvini. Nel 2010 infine si diploma altresì in Didattica della Musica presso il Conservatorio di Como.
Si è distinto, tra i premiati, nel 1997 al Concorso Organistico Nazionale “G. Spinelli” di Cassina Amata (MI), nel 1999 al Concorso Internazionale “Orgelfestival Fugato” di Bad Homburg (Germania), nel 2000 al Concorso Organistico Nazionale “Città di Viterbo” e nel 2001 al Concorso Organistico Internazionale “G. Callido” di Borca di Cadore (BL).
Oltre ad aver tenuto numerosi concerti sia come solista che come strumentista d’assieme Matteo Riboldi ha registrato per RAI, IRTEM Documenti, SONY, STRADIVARIUS, ARTS MUSIC, TRP Music e per le riviste AMADEUS e MUSICA E ASSEMBLEA.
Attualmente è Organista Titolare della Cappella Musicale del Duomo di Monza (MB), dotata, dal 2003, di due nuovi organi realizzati da A. Metzler e G. Zanin, insegna pianoforte presso la Civica Scuola di Musica e Danza di Desio (MB) e presso la Scuola di Musica “S. Cappellotto” di Arcore (MB). Dirige, dal 1999, il Corpo Musicale “S. Cecilia” di Albiate (MB) e dal 2006 svolge attività didattica presso le scuole secondarie di primo grado.